I sapori delle Marche – un articolo di Giambattista Marchetto

A gennaio 2019 un reportage su The Times titolava: “Dimenticate la Toscana – scoprite le colline e le spiagge delle Marche, la regione segreta d’Italia” Senza nulla togliere alle molte bellezze d’Italia, si può sostenere come la regione, pesantemente colpita dagli eventi sismici del 2016, stia faticosamente da costantemente risalendo la china puntando soprattutto sull’enogastronomia e il turismo.

Testimonial per eccellenza sono i quattro stellati della regione: la Guida Michelin ha infatti assegnato quest’anno la terza stella al ristorante sul porto di Senigallia dello chef Mauro Uliassi , ha confermato le due stelle alla Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni sempre a Senigallia e una stella all’Andreina di Errico Recanati a Loreto e al Nostrano di Stefano Ciotti a Pesaro. Se dalle spiagge si risale verso le montagne, è soprattutto nel Piceno che oggi si possono riscoprire sapori preziosi, dall’oliva ascolana al tartufo dei Sibillini.

Vini piceni, amore per il Bio
Secondo un’indagine condotta da Nomisma Wine Monitor per il Consorzio Vini Piceni nel 2018, il Piceno è una delle aree più vocate d’Italia per la viticoltura bio. Ascoli ospita il 53% di tutta la vigna biologica marchigiana, che si estende complessivamente su 5mila ettari. Un processo legato alla sensibilità dei vignaioli, sul quale l’associazione Vinea – che riunisce 600 produttori – ha investito in termini di formazione.

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