VINI PICENI. Si punta su bio e formati alternativi per le Dop a cura di Gianluca Atzeni
Nonostante le incertezze che permangono sui mercati, il Consorzio Vini Piceni si prepara al prossimo anno con prudenza ma con le idee chiare sugli asset strategici: bio e nuovi formati.

LA VENDEMMIA 2021. Il complesso dei 56 produttori marchigiani, in circa 4 anni aumentati di ben 14 unità (soprattutto giovani), ha appena chiuso una vendemmia in lieve flessione (tra 5% e 10%) rispetto al 2020, quando  urono 191mila i quintali di uve.
“Dopo un’estate siccitosa e calda” spiega il presidente Giorgio Savini “le viti si sono in parte riprese consentendo un  ecupero dei volumi. Fortunatamente, non ci sono state grandinate e le escursioni termiche hanno favorito una buona  qualità finale”.

IL DISCIPLINARE. Il Consorzio sta guardando con attenzione ai gusti dei consumatori post-Covid e ha appena completato la modifica al disciplinare. A esclusione della Docg Offida, i produttori potranno optare per il confezionamento delle Doc nel formato bag in box fino ai 5 litri e in plastica (dama) da 3 litri: “Oggi il consumatore  non rifiuta più il bag in box, un contenitore comodo, riciclabile e in grado di conservare bene il vino”. L’iter partito a luglio 2021 ha avuto l’ok unanime dei soci e il dossier è ora al vaglio della Regione Marche, poi passerà al Mipaaf. L’auspicio è un via libera rapido per un’entrata in vigore già sui vini dell’annata 2021. Di fatto, il Consorzio punta a valorizzare le Dop nei contenitori alternativi e, allo stesso tempo, ridurre i declassamenti da Dop a Igt Marche.

IL MERCATO. Nel complesso le bottiglie a Dop superano i 7,7 milioni. Il 2020 ha registrato una flessione da 2,3 a 2  mln per l’Offida Docg, in prevalenza per la chiusura dell’Horeca, e un incremento deciso del Rosso Piceno, passato da 3 ,3 a 4 mln di bottiglie. “Da registrare anche l’aumento delle vendite di Marche Rosso in bag in box (già ammesso; ndr) per il consumo in casa”, ha aggiunto Savini.

Stati Uniti, Canada, Cina, Germania, Uk e Penisola Scandinava sono i principali sbocchi per le imprese picene che, da un lato, proseguono i programmi Ocm (si attendono conferme dal Prowein) e, dall’altro, cercano una formula per unire vino, territorio e storia. Un’occasione potrebbe essere la ricorrenza dei 500 anni dalla nascita di Sisto V,  Pontefice marchigiano (il “Papa riformatore”). Ma su queste attività sta pesando l’incognita della quarta ondata di Coronavirus. Intanto si lavora per la nuova sede. Sarà a Offida, nei locali dell’Enoteca regionale. “La ristrutturazione dovrebbe partire a breve per essere pronti nel 2022”, ha annunciato Savini.

LA SOSTENIBILITÀ. Sono aumentate le imprese bio: i dati consortili parlano di 82% rispetto al 66% di un anno fa. Un valore aggiunto che si lega alla nascita del Distretto biologico delle Marche: “Il rispetto dell’ambiente nel settore vitivinicolo” ha dichiarato Savini “sarà uno dei punti centrali della nostra comunicazione”. E, a proposito di sostenibilità, è in arrivo l’ok regionale alla coltivazione di 7 varietà di vitigni resistenti per i vini da tavola: “Per le
Dop” ha concluso “ritengo si a opportuno inserirli in quel 15% di vitigni autorizzati in regione”.

Il consorzio in cifre
56 soci
600 viticoltori
1.666 ettari
7.760.000 botti

FONTE: https://www.gamberorosso.it/settimanale/settimanale-tre-bicchieri-25-novembre-2021/